L’AVO è un’Associazione di volontari che dedicano parte del loro tempo al servizio dei malati e degli anziani, aperta a persone di ogni credo senza alcuna distinzione.  L’ammalato desidera avere vicino qualcuno che lo accolga e lo ascolti. 

L’ascolto è una virtù fatta di umiltà, attenzione, ma soprattutto di amore.

I volontari AVO perciò devono avere grande disponibilità all’ascolto, sapersi compenetrare nelle sofferenze dei degenti, e nella solitudine degli ospiti delle residenze per anziani.

Quindi SOLIDARIETA’, ASCOLTO, CONDIVISIONE è tutto ciò che sono chiamati a dare agli assistiti per due/tre ore alla settimana.

Per svolgere questo compito è necessario avere un’adeguata preparazione.

Per questo l’ AVO organizza annualmente corsi di formazione con docenti qualificati – psicologi, medici e professionisti – ai quali i volontari devono partecipare.

Questi corsi  sono aperti anche a coloro che intendono svolgere un servizio spontaneo e gratuito in attività socio-sanitarie, e a coloro che, impossibilitati a prestare servizio, siano sensibili e aperti a iniziative di solidarietà verso il malato e i suoi familiari e pensano di affiancare l’AVO in qualità di amici e sostenitori.

.

L'AVO di Grosseto

La vita della nostra Associazione inizia a Grosseto nel 1982, quando, sulle orme del Prof. Erminio Longhini la Signora EMEDINA BIONDI con grande volontà e determinazione, seguita da uno sparuto gruppo di futuri volontari, il 18 giugno, volle costituire formalmente l’Associazione Volontari Ospedalieri di Grosseto.

Ricordiamo i nomi di coloro, che si sono assunti l’onere di guidare l’Associazione nel tempo e che con il loro sostegno e il continuo impegno hanno aiutato l’AVO a crescere.

Sono i nostri Presidenti che ricordiamo con affetto e riconoscenza.

 

I NOSTRI PRESIDENTI

EMEDINA BIONDI                 dal 1982 al 1992

FERDINANDO NALDINI        dal 1992 al 1995

NELLA CASTAGNI                dal 1995 al 2001

M. PAOLA PETRENI            dal 2001 al 2006

LUCIANA SELLARI   dal 2006 al 2012     (LUCIA)

LUCIANA SELLARI (LUCIA)

LUCIANA TOSTI         dal 2012 al 2015

MIRIA GEPPETTI       dal 2015 al 2023

 

LORENA LORENZONI     dal 12/04/2023

 

Un bicchiere d'acqua negato

Un lamento proveniente da un letto di corsia nell’ospedale Niguarda di Milano, aveva attirato l’attenzione di un giovane medico che stava attraversando un reparto. Era l’8 dicembre 1967 e il Dottor Erminio Longhini, all’epoca ricercatore universitario e facente funzioni di Primario nella divisione di Medicina interna, si avvicinò al letto in cui giaceva una donna che, con un flebile ma insistente gemito, continuava a chiedere un bicchiere d’acqua.

Longhini rimase colpito dal fatto che quella semplice richiesta cadesse nel vuoto. Le altre ricoverate erano indifferenti così come l’inserviente che, intenta a pulire il pavimento, alla domanda del Longhini: “Scusi ma non sente che quella donna ha bisogno di aiuto?”, rispose bruscamente: “Dottore, se ogni volta che qualche malato ha bisogno di un bicchiere d’acqua io interrompessi il mio lavoro, il pavimento rimarrebbe sporco. Non tocca a me questo compito!”. Quella dura affermazione fece riflettere Erminio Longhini che, tornando a casa in auto, rimuginava  fra sé: “Forse è vero che non toccava a quell’inserviente soddisfare quella elementare esigenza di una persona anziana e sola”. Alla fine concluse ponendosi la domanda: “Ma allora a chi tocca?” che egli portò scolpita nell’anima negli anni che seguirono, durante i quali il giovane medico si ritrovava regolarmente con un gruppo di amici, definito Associazione Fondatori Corpo Volontari, uniti nell’impegno di dar vita a “qualcosa” che portasse solidarietà, aiuto materiale e sostegno morale a chi si trovasse nel bisogno. Nel 1968 Longhini divenne Primario della Divisione di Medicina d’urgenza all’Ospedale di Sesto San Giovanni e, dopo qualche anno, la fatidica domanda “A chi tocca?” trovò finalmente risposta: “toccava a quel gruppo di amici” creare un’associazione di persone che si sarebbero occupate di degenti negli ospedali, seguiti certamente con professionalità e responsabilità dal personale sanitario, ma spesso in ambienti spersonalizzanti in cui i malati erano assimilati a “corpi e organi da curare” e a “numeri di posti letto”. Così nel 1975, L’AVO prese forma e fu costituita a Milano.

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy. Dichiari di accettare l’utilizzo di cookie o altri identificatori chiudendo o nascondendo questa informativa, cliccando un link o un pulsante o continuando a navigare in altro modo. Maggiori informazioni